Ago in pancia trovato dopo due anni dall’intervento chiesti i danni

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Protagonista un 55enne padovano che ha vissuto due anni con un ago chirurgico e catenelle metalliche nell’addome dimenticati da un precedente intervento chiesti i danni.

Per l’uomo, titolare di una ditta di manutenzione di giardini, il dolore continuo e i ripetuti esami conseguenti, lo hanno portato a non potersi più occupare in modo consono del suo lavoro, con una conseguente crisi della propria azienda e il licenziamento di tre dei suoi dipendenti.

E’ scattata quindi la denuncia all’equipe medica dell’azienda ospedaliera che l’aveva operato. In seguito è arrivata l’offerta di risarcimento danni: duemila euro, ammontare che lo sfortunato imprenditore ritiene ridicolo. Infatti sta valutando la causa civile per arrivare alla determinazione di un risarcimento danni ben più elevato e ha deciso, a dicembre 2014, di rendere note le sue vicissitudini.

Il 28 ottobre 2010 l’uomo è stato operato all’intestino, l’intervento è andato bene e si è in seguito concluso con una seconda operazione, programmata il 15 dicembre successivo. L’esito dei medici parla di una “operazione svolta correttamente, senza alcun genere di complicanza”. Le condizioni del paziente quindi non sarebbero potute che migliorare, ma così non è stato. Dal giorno successivo infatti sono arrivati forti dolori addominali che gli hanno provocato anche forti nausee. Il dolore ha continuato, è aumentato e non gli ha lasciato tregua. Ha passato giorni e mesi assumendo forti antidolorifici e questa situazione lo ha anche costretto ad abbandonare temporaneamente il lavoro. Il 3 luglio 2012 su prescrizione medica ha eseguito i raggi all’addome grazie ai quali è stato scovato il corpo estraneo. Il 2 agosto si è operato a Ferrara e gli è stato tolto l’ago, ma non le catenelle, visto che si trovano in posizione troppo pericolosa per intervenire. Dal giorno dopo l’imprenditore padovano si è sentito bene. Era sempre stato l’ago a procurargli dolore, un ago che pare nel tempo si sia spostato parecchio, causandogli forti dolori e sfiorando in diverse occasioni una perforazione addominale.

Il medico legale della parte civile sostiene che dalla documentazione sanitaria è esaustiva la correlazione tra l’intervento chirurgico e la presenza di vari corpi estranei: “I dolori sono diventati lancinanti e il paziente ha vissuto due anni di continuo e persistente stato di preoccupazione e di dolore che lo avevano portato a pensare di avere un male incurabile in fase terminale. Tutti gli operatori sanitari avrebbero dovuto controllare la rimozione dei ferri, avendo essi stessi la responsabilità del buon esito dell’operazione”. Ora il padovano sta bene e ha anche ripreso a guidare la sua piccola azienda. Ovviamente i due anni persi per la malattia si sentono e pesano. Per questo viene chiesto un risarcimento danni congruo.

Fonte dichiarazioni: Il Mattino di Padova

Avv. Cristiano Cominotto

Dott. Claudio Bonato

AL Assistenza Legale

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