Il caso dei bikers di Foodora

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Il caso dei bikers di FoodoraIl caso dei bikers di Foodora

Come regolamentare i nuovi lavori, nati sulla scia della share economy?

A quali norme devono rispondere i datori di lavoro di questa nuova branca dell’economia sempre più in ascesa?

Ce lo si chiede da tempo. In questi giorni il caso Foodora ha riposto l’attenzione su questo nuovo fenomeno per tanti ancora nebuloso.

Quello che salta agli occhi, posto in risalto anche dai media nazionali e internazionali, sarebbe il fenomeno della precarizzazione dei posti di lavoro.

Il caso dei bikers di FoodoraIl caso dei bikers di Foodora: la share economy

Il lavoro offerto dalla share economy corrisponde molto spesso a lavori saltuari, che non occupano le 8 ore di lavoro standard.

Si pensi non solo al caso di Foodora ma anche a Uber e a start-up simili.

Il lavoro è in evoluzione, ma sembra che le norme che lo regolamentano non siano state al passo con queste modifiche.

Il caso dei bikers di FoodoraIl caso dei bikers di Foodora: diritti dei lavoratori

Il caso Foodora rimane un esempio di quanto sta accadendo sul piano dei diritti dei lavoratori.

Foodora è una start-up che si occupa della consegna a domicilio di cibo, entro 30 minuti dall’ordine effettuato online.

Alcuni lavoratori della catena hanno denunciato come il loro rapporto di lavoro, pur essendo loro di fatto dei liberi professionisti assunti con un co.co.co., abbia invece le peculiarità per essere considerato un rapporto di lavoro dipendente.

Il caso dei bikers di FoodoraIl caso dei bikers di Foodora: l’opinione degli amministratori

Il parere degli amministratori di Foodora è di tutt’altro avviso.

Secondo questi ultimi infatti il lavoro dei fattorini non deve essere inteso come un lavoro vero e proprio ma più come un modo per coniugare la passione per la bici, con l’opportunità di avere qualche entrata.

Sorge a questo punto il quesito su come debba essere dunque considerato il tipo di lavoro dei bikers di Foodora.

Per sapere cosa prevede la legge, leggi l’articolo completo dell’avvocato Cristiano Cominotto di AL Assistenza Legale su Panorama.it

Quando si ha diritto a un risarcimento danni?

Per poter chiedere risarcimento danni devono sussistere questi punti imprescindibili:

  • Si deve aver subito un danno.
  • Vi deve essere un comportamento scorretto o illegittimo di qualcuno.
  • Deve esistere un nesso causale tra il comportamento scorretto e il danno subito.
  • Si deve poter provare che il nesso causale tra comportamento e danno sia effettivo.

Il consiglio, per chi abbia subito danni a causa di attività legate alla share economy, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.

AL Assistenza Legale

Dott. Claudio Bonato

www.alassistenzalegale.it

 

 

 

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